Quando ho iniziato a scrivere questo articolo avevo scelto un altro titolo, “come scrivere articoli per fare visite”, ma poi mi sono reso conto che quello che avrei scritto in seguito avrebbe contraddetto il mio punto di vista quindi ho scelto un titolo meno SEO Oriented, un titolo vecchio stampo, un titolo editoriale non mirato a prendere qualche visitatore in più dai motori di ricerca.

Il punto di questo articolo è esattamente questo, le forzature nella scrittura, l’utilizzo di termini e frasi specifici per poter “esserci” nel maggior numero possibile di risultati di ricerca. Se le forzature nella scrittura si riducessero esclusivamente all’utilizzo di frasi specifiche piuttosto che altre sarebbe anche abbastanza tollerabile ma il problema grave dell’editoria online è molto ma molto più grave.

Oggi chiunque abbia un blog, una web magazine o un giornale vero e proprio online, sceglie cosa scrivere utilizzando strumenti per misurare il traffico di ricerca che l’articolo potrebbe potenzialmente portare al sito, è quello il parametro unico per scegliere cosa scrivere e sopratutto come scrivere, quali frasi usare, quali frasi mettere in prima linea.

L’aspetto triste di tutta questa storia è che spesso, chi scrive gli articoli non è un vero e proprio giornalista o esperto sull’argomento scelto ma un copywriter che si informa sull’argomento contestualmente alla scrittura, una persona che legge da un sito e scrive in tempo reale quello che ha capito sul blog/sito dove deve pubblicare.

Questo accade per pochi semplici motivi:

  1. Un copywriter viene pagato circa 5 euro per ogni articolo che scrive
  2. Un giornalista serio scrive un articolo al giorno (o max 2) quindi rende circa 1/20 di un copywriter
  3. Un copywriter scrive per fare visite e non per l’utente quindi rende più del giornalista
  4. Di copywriter se ne trovano a bizzeffe quindi con lo stipendio di un giornalista ottengo il lavoro di 20 persone

Perchè l’editoria sceglie il copywriter e non il giornalista

L’editoria online vive di pubblicità e se non ha i numeri (visite) giusti non sarà presente nella classifica AudiWeb. I siti ai primi posti in AudiWeb sono quelli che venderanno più pubblicità con le concessionarie pubblicitarie.

Il mercato gira in questo modo quindi la regola numero 1 è fare molte visite, stop! I giornalisti costano molto e rendono poco in termini di visite quindi gli editori preferiscono avere numerosi copywriter di qualità medio/basssa piuttosto che avere pochi giornalisti in gamba e qualificati che però rendono poco in termini di visite.

Questa è la cruda verità, per vendere gli editori sono quasi costretti ad avvalersi della collaborazione di scrittori improvvisati che utilizzano frasi ad hoc solo per il motore di ricerca ma che non sono in grado di argomentare, spiegare esattamente quello di cui stanno parlando e quindi non in grado di fornire al lettore un servizio utile, il succo, l’insegnamento, quello che dovrebbe restare impresso al lettore.

Scrivere solo per posizionare delle parole chiave

L’editore si avvale di consulenti in grado di individuare parole chiave molto ricercate sui motori di ricerca (tramite adwords o altri tool), il quale fornirà ai copywriter delle linee guida di questo tipo:

“Scrivi un articolo intitolato ‘Come si fa SEO per wordpress’ ed utilizza le seguenti frasi perchè sono molto ricercate ‘plugin wordpress’, ecc…”

Ovviamente il copywriter non conoscerà ogni singolo argomento che gli viene assegnato quindi si limiterà a trattare gli argomenti molto alla lontana limitandosi esclusivamente all’utilizzo delle frasi senza mai argomentare e lasciando l’utente finale a bocca asciutta perchè dopo la lettura non avrà imparato nulla o acquisito alcuna informazione di valore, questo è ciò che accade nel 90% degli articoli che ad oggi si trovano online, è una vera tristezza.

Scrivere meno ma dare informazioni utili e precise ai lettori

La soluzione sarebbe non scrivere affatto o scrivere solo se si ha da dire qualcosa di serio e preciso. Per questo motivo su questo blog non pubblicherò più nulla se non riterrà che ne varrà veramente la pena. Scrivere di SEO è complicato, sforzarsi a scrivere ogni giorno vuol dire scrivere solo per fare visite, da oggi se pubblicherò qualcosa sarà frutto di molti giorni di ricerca e non semplici chiacchiere prive di valore/insegnamento.

Gli editori invece dovranno continuare a scrivere per forza, giorno dopo giorno, idem chi fa personal branding attraverso il content marketing ma vi consiglio di stare attenti, se io non ne posso più di leggere le vostre pagine inutili, keyword rich, sappiate che prima o poi anche Google si renderà conto del poco valore dei contenuti e perderete trust. Quindi case editrici e copywriter, impegnatevi di più e scrivete per gli utenti, non per i motori di ricerca, la SEO fatela fare ai SEO e fatevi solo spiegare come potete valorizzare qualsiasi cosa andiate a scrivere senza fare porcate ridicole.