Non amo svelare i miei piccoli segreti SEO ma ormai su questa cosa ci ho fatto business per tutto il 2014 e per il 2015 sto scovando qualche nuova caratteristica “comportamentale” di Google che possa farmi capire come “accontentarlo” per avere in premio le caramelle, quindi eccomi qui, vi racconto una cosa…

Il 2014 è stato l’anno del boom dei contenuti a 360°, ogni cosa riguardante la SEO veniva, in qualche modo, ricondotta al semplice testo, al modo in cui veniva scritto, a quanti e quali argomenti venivano trattati nel testo.
Volendo essere più chiaro vi elenco i casi in cui si è data importanza ai contenuti:

  1. Creazione di contenuti “di qualità” per posizionarsi su parole chiave specifiche
  2. Tecniche di scrittura orientata alla SEO (SEO Copywriting)
  3. Content Marketing
  4. Native advertising
  5. Citation Building in contenuti tematici
  6. Co-occurrence creation in contenuti tematici
  7. Generazione di segnali sociali contestualizzati in contenuti “di qualità”
  8. Guest Posting

sicuramente mi sfuggirà qualcosa ma non importa, l’importante è rendere l’idea di quanto il contenuto sia stato sfruttato in tutti i modi possibili in ambito SEO nel 2014.

In questa corsa frenetica alla creazione del contenuto più “performante” in termini SEO, quella che dovrebbe essere considerata qualità per il lettore è invece stata soppiantata dal concetto di qualità per il  motore di ricerca, qualità dettata dall’inserimento meccanico di argomenti, termini ed approfondimenti ritenuti necessari per il posizionamento di una pagina web. Il grande proliferare di testi triti e ritriti sempre molto simili su qualsiasi argomento ha portato Google a doversi mettere nelle mani di qualcun altro, non solo del suo algoritmo, nelle mani degli utenti.

Google sceglie i siti, gli utenti li confermano

Nel 2014 Google ha iniziato ad applicare un modello di ranking molto più democratico che potrebbe essere riassunto semplicemente con una frase “Io ti do una possibilità, se poi piaci ti darò più opportunità di fare visite”

Molti di voi, o almeno quelli che fanno rank tracking per le proprie keyword, avranno notato un andamento perfettamente sinusoidale del grafico del ranking di svariate parole chiave con crolli e risalite drastiche a periodi prestabiliti.

Prendiamo come esempio due parole chiave su cui il mio sito web si comporta in questo modo.

oscillazioni-serp

Nel rilievo di posizioni evidenziato il sito ha avuto un crollo di 28 posizioni sulla keyword “consulente seo” ed è completamente uscita dalle prima cinque pagine di Google per “consulenza SEO”.  Analizzando queste e tante altre parole chiave mi sono reso conto che Google le aveva messe in uno stato particolare, come se le parole chiave fossero in fase di test per il mio sito web.
Questo è possibile vederlo dal grafico che segue.

grafico-serp-consulente-seo-1

Un occhio poco attento avrebbe trascurato quello che stava accadendo ma io sono sempre attento “ai comportamenti” di Google, sono proprio quelli che svelano isegreti dei suoi algoritmi, motivo per cui ho continuato a tracciare l’andamento della parola chiave sicuro che dopo qualche giorno sarebbe accaduta la stessa cosa, sarebbe nuovamente salito per poi riscendere…

grafico-serp-consulente-seo-2

Ed ecco nuovamente la parola chiave in prima pagina. Ma perchè accade questo? Perchè Google tiene una URL in prima pagina per qualche giorno e poi la retrocede per poi ripetere nuovamente il processo?

La spiegazione è semplice, ci sono più di 10 siti che meritano di essere in prima pagina, la top 10 è riduttiva per Google e la pagina specifica del mio sito web non è tra quelle che meritano di essere in top 10 a “pieni voti” gli viene garantita una “time slice” in cui può godersi le visite provenienti dalla prima pagina di Google, poi altre fette spettano a siti web ugualmente meritevoli.

Immagino uno scenario in cui, quando il mio sito web è nella fase negativa dell’andamento sinusoidale, ce n’è un altro con la fase invertita come nel grafico che segue:

AB-test-competitor

Nel grafico ho nominato l’ipotetico sito competitor con il termine “A/B Competitor” perchè credo che Google faccia un vero e poprio test comparativo per capire chi meriti di diventare “effettivo” in prima pagina per la parola chiave specifica.

Questa situazione si è verificata su centinaia di keyword dei miei clienti per tutto il 2014, era la situazione ottimale in cui intervenire per stabilizzare l’andamento della parola chiave verso il top, c’era una competizione in corso ed andava fatto qualcosa per vincerla.

Come si fa a stabilizzare il ranking di una parola chiave “sotto esame”?

Verrebbe subito da dire “facciamo link building” ma sarebbe l’approccio sbagliato in questo contesto. Google non ha bisogno di sapere che potresti meritare la prima pagina, vuole sapere se lo meriti più dei tuoi competitor che ha già valutato meritevoli almeno quanto te.

Ed ecco che entra in gioco l’utente di Google, la persona che effettua la ricerca! Quello che farà l’utente sul tuo sito una volta cliccato il risultato di ricerca è fondamentale. L’intervento da fare è al 100% OnSite, bisogna fare in modo che Google percepisca un solo messaggio: “Il risultato che mi hai consigliato è esattamente quello che cercavo!”

Per fornire questa percezione a Google è necessario intervenire sul layout della pagina ed inserire delle call to action che inducano l’utente ad interagire con la pagina e generare nuove “azioni” intercettabili da Google o che almeno evitino l’azione “mortale ” del ritorno alla pagina di risultati di Google.

Checklist pratica contro le oscillazioni in SERP

  1. Modificate la pagina web inserendo in alto delle call to action per indurre l’utente a rimanere sulla pagina a lungo o a visitare altre pagine del vostro sito web. Più sarà profonda la sua visita più sarà credibile il vostro sito web come risultato di ricerca da tenere in prima pagina.
  2. Aumentate i baclink alla pagina specifica senza esagerare, i link sono sempre il motore principale per un buon ranking
  3. Generate segnali sociali verso quella pagina (ricordate che Facebook e gli altri social network non c’entrano nulla con i segnali sociali, sono un’altra cosa)
  4. Provate a capire chi va in prima pagina quando ne uscite voi, studiate il suo contenuto ed individuate gli argomenti che lui tratta e voi no ed arricchite la vostra pagina web
  5. Studiate le ottimizzazioni OnPage del competitor e migliorate la vostra pagina se vi renderete conto che ha delle carenze

Generalmente quando ci sono queste oscillazioni vuol dire che nessuno dei competitor A/B è al top quindi basta studiare il competitor, trovare le differenze e scalzarlo.

Nel 2015 non basterà arrivare in prima pagina, la parte dura del gioco sarà rimanerci.

Ho fatto l’esperimento proprio sulla keyword presa come esempio in questo articolo, ho scritto un post carente senza alcun approfondimento ed ho forzato il posizionamento con una serie di attività off-site. In prima pagina ci sono arrivato facilmente perchè la keyword non è competitiva ma Google non è convinto del tutto e quindi delega agli utenti la scelta finale.

Conclusione:

Non manipolate i vostri testi per “farli piacere al motore di ricerca”. Scrivete testi avendo chiaro in mente che l’unico a dover dire se sia di qualità o meno è la parsona che lo leggerà perchè quella persona ha oggi il potere di far capire a Google se ha scelto bene o meno e fargli cambiare facilmente idea.