All’uso delle parole giuste ci ho sempre tenuto, forse perché a Napoli abusiamo spesso di frasi, che ovviamente comprendiamo ma che sono del tutto inappropriate.

Un esempio? Alla domanda “Cosa sta facendo tuo fratello?” potreste avere una risposta tipo “E’vicino al computer”.

Ovviamente capiamo che sta usando il PC ma una risposta del genere me la aspetterei più da una domanda tipo “Sai dov’è il telecomando della TV?”

L’uso scorretto o superficiale dei termini per alcuni è fortemente tollerato, ad altri da molto fastidio, come ad esempio a me.

Qualche giorno fa ero in un pub con mia cognata, mio cognato e mia moglie. Con gli ultimi due ci lavoro e mio cognato, parlandomi delle attività in ufficio ha affermato che il lavoro viene svolto in team. Mia moglie era d’accordo con la sua affermazione, io per niente. Trovandomi, infine , tre contro uno non ho più provato a far valere il mio punto di vista.

Avendo lavorato a molti progetti, sia come programmatore che come team manager, ho la visione di team tradizionale, ossia quella in cui c’è un progetto comune, un manager che gestisce lo scheduling ed i gantt e vari membri con task specifici e correlati che determinano i vari stati di avanzamento.

Il contesto di cui si parlava al pub era completamente diverso, N persone che hanno clienti diversi ma che fanno le stesse attività e quando c’è la possibilità di essere utili l’uno per l’altro ben venga. Questa per me è cooperazione tra colleghi stop.

Il punto è questo, sono sicuro che moltissimi sarebbero d’accordo con quello che dicono mia moglie e mio cognato ed idealmente il concetto di team ci starebbe anche bene come per la frase “vicino la TV” di prima, si capisce…

Dove voglio arrivare con questo post? Ci sono quasi…

Tra qualche mese, la mia azienda, inizierà la campagna promozionale del nostro SEO Software e sono molto preso dall’aspetto che ritengo più importante in assoluto, la comunicazione.

Qual’è il messaggio che deve giungere al potenziale cliente?
Cosa deve aspettarsi dal software?
Perché dovrebbe acquistare il nostro quando già ce ne sono di molto famosi in commercio?
Ma, domanda fondamentale, con quale approccio usare le parole nella comunicazione?
Quello del “team” inteso da me o dai miei cari?
Quale forma di comunicazione è più immediata ed incisiva?

Fortunatamente stasera leggendo articoli su Google Plus ho visto una bella foto di Seattle, il commento diceva “vista dalla mia conference room”.
Ho scritto all’autore dicendo “bella foto, che lavoro fai?”

La risposta è stata “Sono un content strategist di Facebook” e continuando mi ha spiegato che Facebook, sembra fatto solo di contenuti generati dagli utenti, ma le migliaia di pagine di supporto, spiegazioni (ecc…) sono studiate strategicamente per fornire il messaggio in maniera semplice ed immediata per chiunque e la lunghezza dei testi è studiata e tarata sul tempo medio che l’utente dedica alla lettura di pagine di quel tipo.

Mi si è aperto un mondo, esistono professioni che in molti ignoriamo del tutto in Italia, qui va di moda il tuttofare, e che fa tutto male.

Content is king è una frase nota ed abusatissima ma ora per me prende un senso diverso, i contenuti da oggi li prenderò molto ma molto più sul serio e ci dedicherò il triplo del tempo.

Da domani si studia content strategy, è estremamente affascinante.